miglior serie

The Good Place : imparare a migliorarsi anche dopo la morte

La miglior serie per cui Ho una sola parola… meravigliosamente innovativa  (ok sono due… )

Breve cenno alla trama

Eleanor, una mediocre ragazza dell’Arizona, muore e si ritrova in un aldilà prettamente laico ispirato al concetto di paradiso e inferno. La sua storia incrocia ben presto quella degli altri protagonisti. Thani, viziata ed egocentrica rampolla. Jason, un silenzioso monaco buddista che nasconde un segreto spinoso e Chidi professore di filosofia morale, incarnazione dell’indecisione.

Da qui inizia la disavventura dei quattro umani protagonisti, al fianco dei quali troviamo due personaggi ultraterreni meravigliosi, Michael e Janet.
Janet, devo dire, è in assoluto la mia preferita. Con L’aspetto di una donna, è in realtà un sofisticato “computer” ultraterreno che contiene in sé tutta la conoscenza dell’universo.
Paragonabile ad una bambina curiosa, tra gaffe e battute taglienti, prende inaspettatamente coscienza di sé.

Il mio punto di vista

Non mi dilungherò nel raccontarvi la trama perché sono convinta che sia una delle serie meglio scritte di tutti i tempi. Credo fermamente che valga la pena di godersela senza troppi spoiler.
Mai scontata  o prevedibile mantiene un ritmo incalzante senza essere frenetico. Potrei dire che The Good Place sta alla filosofia come The Big Bang Theory sta alla scienza.

Con estrema semplicità e leggerezza mi ha introdotta alla materia dell’etica, della quale devo ammettere mi sono scoperta decisamente ignorante. Attraverso citazioni di filosofi e la riproduzioni spassosissime di dilemmi morali, questa serie mi ha portato ad affezionarmi sorprendentemente a tutti i personaggi, anche a quelli più inaspettati.

L’arco narrativo è perfetto, una crescita esponenziale verso un finale perfetto. The Good Place dimostra come si possa creare un prodotto unico e di ottima qualità grazie all’umiltà di sapere quando fermarsi.
Il messaggio alla base della serie è davvero potente. Nonostante la genetica e il nostro bagaglio, siamo sempre in grado, se ben motivati, di spingerci verso una maggiore consapevolezza di noi stessi e degli altri.

Insomma, dai, una sitcom che fa riflettere sul senso della vita e della morte è letteralmente unica e merita di essere vista e rivista.

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